Isolato a sinistra si trova il gruppo con un dannato seduto che si copre il volto, mentre i diavoli lo trascinano in basso. o simil cosa»[14]. Puoi ascoltare il mio podcast su: Apple Podcasts | Android | Google Podcasts | Spotify | Cos'è? Nel suo senso più pieno, bisogna aspettare il giudizio finale per trovare il Regno di Dio. La soluzione tradizionale mira ad affermare che i giustificati ottengono immediatamente il dono loro assegnato da Cristo e perciò ad escludere la visione beatifica differita, teoria molto diffusa fra i padri della chiesa cattolica e predicata ancora oggi da alcune frange protestanti. La terza fase rivede l'intero processo delle due Guerre Mondiali, sebbene esse possano essere considerate come un solo evento in due fasi, il loro svolgimento e il conseguente rimescolamento di mezzi e norme mondiali sia prima sia dopo le guerre, vengono visti come una simbolica fine di tutti i tempi e rinascita di una nuova era e un nuovo mondo come preannunciato da altre Sacre Scritture. "Giorno della religione") o qiyama (lett. www.parrocchiamilanino.it - “La Scossa Prediche Artistiche” - Michelangelo, Il Giudizio Universale - settembre 2009 2 Vi presento il “Giudizio Universale” affrescato da Michelangelo nella Cappella Sistina in Vaticano a partire dal 1536 su commissione prima del papa Clemente VII e poi di Paolo III e terminato nel 1541. Ma Michelangelo definì il colorire a olio "da donna e da persone agiate e infingarde come fra' Bastiano"[9] e andò su tutte le furie rifiutandosi di dipingere se non a fresco. 1 La Seconda Venuta di Cristo dà al Figlio di Dio questo dono: udire la Voce che parla per Dio proclamare che ciò che è falso è … La figura inginocchiata dietro Pietro, che sporge col viso all'altezza della coscia, è stata dubitativamente indicata come san Marco[18]. I documenti d'archivio confermano questi passaggi preparatori, tra il gennaio e il marzo del 1536[4]. A sinistra di esso avviene la resurrezione dei corpi in una landa desolata; essi escono dai sepolcri e recuperano la propria corporeità, in atteggiamenti che ben esprimono un faticoso risveglio dal torpore degli abissi e ritorno alla coscienza. Segue un ragazzo biondo, dal fisico possente, che la abbraccia e uno, sulla destra, che la avvolge con un panno, mentre un ragazzo nudo, accovacciato poco sotto, ha il difficile compito di tenere la base. Inizialmente i due erano stati dipinti nudi la posizione prona della santa davanti all'uomo, che originariamente la guardava con uno sguardo cupo, venne letta come un'imbarazzante rappresentazione di "atto poco onesto", richiedendo un massiccio intervento di Daniele da Volterra che scalpellò via l'originale per ridipingere completamente a fresco l'intera figura di san Biagio (col viso questa volta rivolto al Redentore) e tutta la veste di Caterina, ricoperta da un peplo verde in modo da celare qualsiasi ricordo di nudità[29]. Tra le fonti usate da Michelangelo per rappresentare demoni e dannati ci furono le stampe tedesche e fiamminghe e, sicuramente, la Divina Commedia di cui fu appassionato lettore. Michelangelo, che come si sa non praticava volentieri il ritratto, fece allora un'eccezione effigiandolo nel giudice infernale, per di più con orecchie da asino e con una serpe che, invece di aiutarlo nel giudizio dei dannati, lo punisce mordendogli l’organo sessuale. Intanto doveva essere sistemata la parete: dovevano essere tamponate due finestre e doveva essere costruita una "scarpa" di mattoni che fosse inclinata leggermente verso l'interno (si arriva a una pendenza di mezzo braccio alla sommità, circa 38 cm), in modo da creare un po' di pendenza che evitasse il depositarsi di polvere e altri inconvenienti in fase di dipintura. Già Vasari annotò la ricchezza e la profondità delle espressioni dell'animo rappresentate, così come l'insuperabile talento nel rappresentare il corpo umano «negli strani e diversi gesti di giovani, vecchi, maschi e femmine»[26]. Il Giudizio universale avrà luogo alla fine del mondo, alla seconda venuta di Cristo. Secondo Vasari, nella figura di Minosse Michelangelo ritrasse il Maestro di Cerimonie del Papa, Biagio da Cesena, che, da "persona scrupolosa", dopo aver osservato l'opera in corso di completamento, rimase sconvolto dal turbinio di corpi nudi e contorti che "sì disonestamente mostran le loro vergogne" e li definì adatti "da stufe (bagni termali) e d'osterie" piuttosto che la cappella pontificia. Come già sperimentato ai tempi della volta, egli non si fidava degli aiuti in pittura, preferendo lavorare da solo, come confermano anche i saggi critici che, a parte le aggiunte successive delle "braghe", non rilevano alcuna pennellata estranea al maestro[8]. Anche le anime dei peccatori saranno purificate dal fuoco e riscattate dall'inferno. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 15 dic 2020 alle 10:33. Finché fu in vita Paolo III, ma anche il suo successore Giulio III, le critiche non ebbero alcun effetto. La fascia sottostante è a sua volta suddivisibile in cinque parti: al centro gli angeli con le trombe e i libri che annunciano la fine dei tempi, il risveglio dei morti, in basso a sinistra, la salita degli eletti, in alto a sinistra, la cacciata dei dannati, in alto a destra e l'inferno in basso a destra. I giusti quelli che hanno condotto una buona esistenza andranno nella gloria del Signore e nella vita eterna e … Andrea, le cui natiche sono state liberate nel corso del restauro, dal panno che le copriva, si volta a coinvolgere una donna, difficilmente interpretabile, forse Rachele[18]. Non si sa quando l'artista accettò l'incarico ufficialmente, ma nel settembre del 1534 egli partì da Firenze per Roma per attendere alla nuova opera (e occuparsi anche di altri lavori precedenti, come la tomba di Giulio II)[2]. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 17 dic 2020 alle 22:53. Un ebreo rifiuta l’astrazione tipica del mondo greco e latino. Tali figure vennero elogiate nel Trattato dell'arte della pittura di Giovan Paolo Lomazzo (1584): «[Michelangelo fece] in loro secondo i suoi atti il corpo con facce sdegnose e fiere [...] facendole di colore ebano e con le ali di tignola, et altri con le corna e denti fuora della bocca e con le ugne sorte in fuori a' piedi et alle mani, fatti in diverse forme d'animali»[36]. Allontanandosi dalla tradizione iconografica tuttavia, nel rappresentare l'inferno Michelangelo evitò la rappresentazione diretta delle pene materiali, soffermandosi piuttosto sul tormento, il rimorso, la disperazione, la paura e l'angoscia interiore di ciascun dannato, spaventato da un annientamento più psichico che fisico[30]. Il giudizio risponde a quell'attesa di giustizia che nel cristianesimo deriva dal concetto delle perfezioni divine. Secondo la teologia, infatti, il compimento delle storie di libertà vissute da ogni uomo comporta «il rendersi consapevoli della qualità etica di queste storie di fronte a Dio». Ben presto si arrivò ad adombrare, in maniera più o meno scoperta e minacciosa, anche l'imputazione di eresia per l'artista, mentre ricorrevano istigazioni a distruggere l'affresco[10]. Più sotto si vede un antro popolato di figure diaboliche. Nell'Induismo, Garuda Purana tratta diffusamente dei giudizi e delle punizioni dopo la morte. Si vedono uomini che affiorano dalla terra, altri che spingono su i lastroni di roccia che coprono il sepolcro, altri ancora che escono da crepacci, talvolta vestiti, talvolta nudi, talvolta a metà della trasformazione composti ancora dal solo scheletro[30]. Già il Vasari[23] e Ascanio Condivi ammirarono la straordinaria torsione corporea del personaggio di Giona: piegato all'indietro dal busto allo sguardo e additante Gesù glorioso, svolge la sua funzione di raccordo fra Antico e Nuovo Testamento anche iconograficamente, indicando alle figure dipinte sulla volta il loro ruolo di precursori di Cristo, del Cristianesimo e del cristocentrismo. La giustizia di Dio, fu quindi contrapposta alla sua misericordia, in quanto essa obbligherebbe Dio a un certo comportamento (Anselmo d'Aosta). Massimiliano Verga dell’Università Milano-Bicocca, in collaborazione con il prof. Luigi Pannarale dell’Università di Bari. 1 A proposito di Armaghedon, si vedano Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 1, pagine 1134-5, 1218-19, e il capitolo 20 di Adoriamo il solo vero Dio, editi dai testimoni di Geova. La critica, soprattutto quella moderna, ha proposto numerose letture del significato del Giudizio, spesso contrastanti e mai del tutto convincenti. Secondo la teologia, infatti, il compimento delle storie di libertà vissute da ogni uomo comporta «il rendersi consapevoli della qualità etica di queste storie di fronte a Dio». Sull'estrema destra fa mostra di sé un uomo possente, che regge una croce aiutato da altri e poggiandola illusionisticamente sulla cornice della parete laterale. Per ragioni di natura tecnica, ma soprattutto per preoccupazioni legate alla capacità dell'ormai sessantenne maestro di imbarcarsi nella difficile e fisicamente faticosa tecnica dell'affresco, Sebastiano, con l'appoggio del papa, aveva infatti fatto preparare un'"incrostatura" su cui dipingere a olio. Il Giudizio universale (o Giudizio finale), secondo l'escatologia cristiana, è un avvenimento che si verificherà alla fine dei tempi, subito dopo la Seconda venuta di Cristo. Il giudizio universale trova riscontro nelle altre religioni abramitiche. I volti sono caratterizzati intensamente, mentre i gesti e le attitudini mostrano un'eccitazione ben maggiore rispetto alle figure della corona centrale[28]. Il 22 settembre di quell'anno l'artista si recò a San Miniato al Tedesco per incontrare il papa diretto in Francia e pare che proprio in quell'occasione il pontefice manifestò il desiderio di fargli affrescare la parete dietro l'altare della Sistina con un monumentale Giudizio Universale, un tema che avrebbe degnamente concluso le storie bibliche, evangeliche e degli apostoli della Cappella. Scrisse G.A. Maria osserva gli eletti al regno dei cieli, bilanciando la direzione dello sguardo di Cristo. La seconda corona è composta da martiri, confessori della Chiesa, vergini e altri beati[18]. così sì! [3], Secondo i teologi alessandrini del III secolo Clemente e Origene e i loro numerosi sostenitori la misericordia di Dio deve prevalere e condurre a una riconciliazione universale (apocatastasi). o di qlco., valutazione che si dà su persone, fatti, ecc. Il 21 gennaio 1564 la Congregazione del Concilio di Trento dispose infine la copertura di ogni oscenità nel Giudizio, compito che venne affidato a Daniele da Volterra che per l'occasione si guadagnò il soprannome di "Braghettone"[10]. Nella seconda edizione delle Vite (1568) Vasari allora rispose alle critiche, mettendo maggiormente in risalto la prepotente plasticità e la particolare visione dei moti e delle attitudini delle figure come in un'unitaria architettura di personaggi e sentimenti[13]. Non si tratta però di giustapposizioni casuali, ma tutto si ricollega a ritmi precisi, fatti di simmetrie interpretate con libertà e dinamismo[21]. In questa zona si arrivano a contare ventisei figure. 5 L'analisi iconografica Un’opera d’arte può essere analizzata da diversi punti di vista: l’aspetto compositivo (analisi strutturale o formale), i materiali con cui è stata realizzata, gli elementi stilistici che caratterizzano chi l’ha creata, e, per le opere figurative, si può attuare anche un’analisi iconografica. Che cos’è la cuccagna? Sul piano formale l'opera venne di volta in volta esaltata o criticata: Vasari, nella prima edizione delle Vite (1550) la descrisse come «oltra a ogni bellezza straordinaria [...], sì unitamente dipinta e condotta, [...] e nel vero la moltitudine delle figure, la terribilità e grandezza dell'opera è tale, che non si può descrivere, essendo piena di tutti i possibili umani affetti et avendogli tutti maravigliosamente espressi.»; seguì poco dopo il Dialogo della Pittura di Ludovico Dolce (1557) che, facendo proprie le critiche mosse dall'Aretino e da ampi settori dell'ambiente artistico soprattutto veneto, definì l'opera del Buonarroti come mancante «di una certa temperata misura e certa considerata convenevolezza, senza la quale niuna cosa può aver grazia né istar bene», in contrapposizione con gli ideali di armonia, grazia e varietà della pittura di Raffaello[12]. La parte inferiore dell'affresco venne dipinta dopo che il ponteggio fu appositamente abbassato nel dicembre 1540, con un'interruzione nel marzo 1541 a causa di un incidente che coinvolse l'artista, del quale dà notizia Vasari[30]: «Venne in questo tempo che egli cascò di non poco alto dal tavolato di questa opera e fattosi male a una gamba, per lo dolore e per la còllora da nessuno non volle essere medicato. Per il che trovandosi allora vivo maestro Baccio Rontini fiorentino, amico suo e medico [...], venendogli compassione di lui gli andò un giorno a picchiare a casa, e non gli essendo risposto dai vicini né da lui, per alcune vie segrete cercò tanto di salire, che a Michelagnolo di stanza in stanza pervenne, il quale era disperato. In occasione del restauro concluso nel 1994 dopo tre anni, tutte le "braghe" tarde sono state asportate, mentre sono state mantenute quelle cinquecentesche, testimonianza storica della Controriforma[15]. Questa dottrina fu sempre sperata nella storia della Chiesa e della teologia, in quanto "la teologia non possiede alcuna conoscenza, né alcuna competenza per decidere sulle possibilità che Dio ha di mutare positivamente le libere decisioni delle sue creature senza distruggerne la libertà". καϑόλου, termine che nel pensiero antico assume rilievo soprattutto nella filosofia platonica e aristotelica. Il Giudizio universale (o Giudizio finale), secondo l'escatologia cristiana, è un avvenimento che si verificherà alla fine dei tempi, subito dopo la Seconda venuta di Cristo. Laonde maestro Baccio fin che egli guarito non fu, non lo volle abandonare già mai, né spicarsegli d'intorno». Sul remo di Caronte si trova la firma di Domenico Carnevali e la data 1566, apposta in seguito a un restauro che tamponò alcune lesioni[37]. [5], La dottrina del giudizio finale solleva il problema dello stato delle anime fra il momento della loro morte e la seconda venuta di Cristo. La relazione tra il giudizio universale di Dio e il nostro accesso al Regno dei Cieli. La maggior parte dei cristiani, infatti, ha ritenuto e ritiene inaccettabile che i martiri, la stessa Vergine Maria e gli altri santi non possano godere da subito della visione beatifica. Il Giudizio Universale Uno dei temi più preoccupanti degli ultimi tempi, proprio in occasione dell’avvicinarsi della fatidica data del dicembre 2012, è quello del Giudizio Universale , o Ultimo Giudizio . La rappresentazione del corpo umano in movimento in infinite pose, per Vasari il massimo segno della "perfezzion dell'arte", veniva bollata come una monotona esibizione di virtuosismo anatomico: «Chi vede una figura di Michelangelo le vede tutte.»[12]. L'inizio del lavoro venne ulteriormente ritardato di qualche mese per l'acquisto di colori, in particolare il pregiato blu oltremarino, che soddisfacessero pienamente l'artista[4]. È evidente in questa parte il riferimento all'Inferno della Divina Commedia di Dante[30]. La strada del giudizio universale. In basso a destra, infine, si trova la rappresentazione dell'Inferno, sullo sfondo di un cielo rosso di fiamme. Pochi giorni dopo comunque, il 25, il papa moriva: pensando che la commissione fosse destinata a cadere nel vuoto, Michelangelo tralasciò il Giudizio e si dedicò ad altre cose[2]. Inoltre fece discutere la fisionomia imberbe, che in numerose copie venne sostituita dal più tradizionale volto barbato[25]. Sempre secondo l'iconografia tradizionale, l'anello di beati più vicino a Cristo era in genere riservato agli Apostoli sui troni delle dodici tribù d'Israele, elemento eliminato da Michelangelo che sintetizzò anche la Deesis (la Vergine e san Giovanni che intercedono ai lati di Cristo) nella sola Vergine[21]. In alcuni casi alcuni attributi manifestano la colpa: così ad esempio l'uomo al centro del gruppo a testa in giù mostra appesi al mantello una borsa con denari e due chiavi, simbolo dell'attaccamento ai beni terreni fino all'ultimo, mentre quello a destra, un dannato col capo coperto che è preso per i testicoli, è un simbolo del peccato di lussuria[32]. In particolare, la vittoria del generale Allenby a Megiddo, che impedì agli Ottomani di crocifiggere 'Abdu'l-Bahá, l'allora guida dei Baha'i, ed è considerata dai Baha'i inoltre come l'effettiva Battaglia di Armageddon. Si tratta di uno dei punti più dinamici e violenti dell'intera rappresentazione, con grappoli di figure che sono in lotta ora affiorando nel primo piano, investiti da una luce incidente, ora scompaiono nello sfondo in penombra. Due figure opache assecondano il profilo del peduccio sotto Giona. Starai sospeso a tempo indeterminato nel Purgatorio, che non è il regno del clistere, ma un luogo di … Tutte le anime, allora, si ricongiungeranno con i propri corpi per vivere in eterno, entro corpi incorruttibili, alla presenza di Ahura Mazdā.[10]. Sotto la figura di Cristo giudice si vedono undici angeli, ancora privi di ali, che, composti in uno spazio per lo più ovale, annunciano la fine dei tempi, risvegliando i morti con le trombe dell'Apocalisse e mostrando all'umanità che si risveglia i libri profetici delle Sacre Scritture che si avverano oppure i libri in cui sta scritta la vita passata di ognuno. ... "Cos'è esattamente questo gioco? universalis (der. È vero che per la prima volta in Italia società civile, medici e scienza faranno causa allo Stato Italiano per costringerlo ad applicare politiche serie ed immediate per il clima? Tutt'intorno si vedono alcuni santi facilmente riconoscibili ed altri senza attributi su cui sono state fatte alcune ipotesi contrastanti che, come è facile intuire, non sono districabili[18]. Lo ha detto Egli stesso: “Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i … sia di ontologia del tempo[6] (Il tempo, inteso come flusso omogeneo, esiste oggettivamente oppure con la morte la persona raggiunge istantaneamente la "fine dei tempi"?). Frequente, soprattutto nelle scene più vicine nel tempo al Giudizio di Michelangelo (come in Beato Angelico alla Cappella di San Brizio o in Melozzo da Forlì negli affreschi già in Santi Apostoli a Roma), è la disposizione sollevata del braccio destro oltre il capo, in segno d'imperio, oppure a significare la chiamata degli eletti (mano sollevata) e la condanna dei reprobi (mano abbassata), ma anche come stratagemma per mostrare le ferite della Passione[21]. Domanda: "Che cos’è il giudizio del grande trono bianco?" Il suo intervento, che prese il via poco dopo la morte di Michelangelo nel 1565, fu massimamente discreto, quale grande ammiratore dell'arte del suo maestro, limitandosi rivestire con panni svolazzanti le nudità di alcune figure, con la tecnica della tempera a secco. Egli è probabilmente un emblema della disperazione[32]. Ma la situazione mutò ai tempi di Paolo IV e Pio IV quando il Buonarroti corse seriamente il rischio di finire davanti al Santo Uffizio[10]. Alcuni vi hanno visto anche rimandi classici, come il tipo del Giove saettante o del Febo[8]: nella sua figura traspare infatti la volontà del Buonarroti di gareggiare con i modelli antichi nella raffigurazione del nudo eroico, con la bellezza fisica che appare come manifestazione della gloria[24]. Michelangelo partì dallo studio di precedenti iconografici tradizionali distaccandosene rapidamente: il motivo dell'ascesa dei beati si sviluppò infatti in un groviglio di corpi come in una violenta lotta, simile alla zuffa dei dannati che, nella zona inferiore, vengono spediti in Inferno. Alla fine dei tempi una figura messianica, il Saoshyant, guiderà le forze del Bene alla vittoria e quindi alla redenzione del cosmo. Montati i ponteggi, Michelangelo vi salì nell'estate del 1536. Cos’è il Giudizio universale? [2] Nel cristianesimo questa dottrina fa riferimento ad una celebre parabola di Gesù (Matteo 25,31-46). La questione presenta problemi filosofici sia di antropologia (può sussistere l'anima senza il corpo?) Poco più a sinistra sono presenti due delle figure più controverse dell'intero ciclo: san Biagio, con i pettini chiodati con cui fu martirizzato, e santa Caterina d'Alessandria, con la ruota dentata spezzata. XI, 1991. Nel novembre di quell'anno il pontefice, per liberare Michelangelo dagli impegni con gli eredi Della Rovere, in particolare Guidobaldo d'Urbino, emise un motu proprio, che aveva efficacia per tutta la durata necessaria a completare il Giudizio[2]. A destra accorrono altri angeli, due avvolti da panneggi dagli sguardi intensi, e due nudi tra cui spicca quello biondo che appare sfolgorante reggendo il bastone in cui fu posta la spugna con l'aceto per Gesù. Nel gruppo di sinistra si vedono quasi esclusivamente donne, le vergini, le sibille e le eroine dell'Antico Testamento. Tutte le figure principali partecipano attivamente ed emotivamente al Giudizio, con le espressioni del volto, con gesti delle mani e delle braccia, che affiorano in primo piano ora per affermare o interrogare o implorare, oppure ripiegate al petto e al volto a manifestare angoscia, timore o sconvolgimento davanti al compiersi del destino dell'umanità, coinvolgendo sommamente lo spettatore all'immane catastrofe[21]. Prima esecuzione: Teatro alla Scala di Milano il 2 aprile 1955. Al suono di queste trombe, si vedeno in terra aprire i monumenti [...]. Per De Vecchi il significato più profondo dell'immagine è «la visione del naufragio di un'umanità dolente cui, dopo il crollo degli ultimi rifugi intellettuali e morali, non resta che attendere con trepidazione il compiersi della promessa della "resurrezione dei giusti"[13]». 216-217. [4] La riprende anche il teologo cattolico Hans Urs von Balthasar, che sottolinea come ad ella sembrano aderire alcuni fra i più famosi teologi cattolici, fra cui anche lo stesso Papa Benedetto XVI. (Matteo 12:41) Gesù disse che “l’ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe commemorative udranno la sua voce e ne verranno fuori, quelli che hanno fatto cose buone a una risurrezione di vita, quelli che hanno praticato cose vili a una risurrezione di giudizio”. Sotto di lui sorge, inginocchiato e con un piede appoggiato su una nuvola, san Sebastiano, che tiene le frecce del suo martirio con il braccio sinistro disteso in avanti, mentre con la mano destra si indica il petto: la sua posizione fiera e monumentale è sicuramente un omaggio dell'artista al nudo eroico classico[29]. Il nesso tra volta e parete della Sistina corrisponde ai periodi storico-religiosi antecedente e successivo alla nascita di Gesù, e come miglior raccordo simbolico fra questi due periodi viene considerato Giona, prefiguratore della risurrezione di Gesù poiché come lui dopo tre giorni tornò alla vita fuoriuscendo dal ventre del pesce che l'aveva inghiottito. Ciò che è comune a più realtà individue, per es., la (o le) proprietà che definiscono una classe particolare di individui, un genere o una specie. Lezione Precedente 1. A sinistra ad esempio nel gruppo dell'uomo barbuto davanti a un uomo col capo coperto è stato indicato come un autoritratto di Michelangelo e un profilo di Dante. Ciò secondo molti teologi è conseguenza inevitabile della temporalità connaturata alla persona umana, ma in linea di principio la purificazione potrebbe essere istantanea. Un serpente mostruoso lo morde, simbolo del rimorso, e un perfido demone gli stringe le gambe, col corpo colorato di blu e rosso: un omaggio probabile ai diavoli di Luca Signorelli nella Cappella di San Brizio a Orvieto. Di essi Daniele rifece interamente, e a fresco scalpellando via l'originale, le vesti e la testa di Biagio, non più girata minacciosa verso la santa prona davanti a lui, ma rivolta verso il Salvatore[10]. Le accuse di oscenità, di mancanza di decoro, di tradimento della verità evangelica, di errori dottrinali piovvero su Michelangelo sia dall'interno che dall'esterno della corte papale. Studio a Casa Buonarroti, 41,8x28,8 cm. Il Giudizio Universale “QUANDO morirai, solo la tua anima sarà tormentata; quello sarà per essa un inferno: ma nel giorno del giudizio il tuo corpo si unirà alla tua anima, e allora avrai un doppio inferno, mentre la tua anima stillerà gocce di sangue e il tuo corpo sarà straziato dal dolore”. L'opera è piuttosto una trasposizione su un piano universale dei dubbi e dei tormenti personali dell'artista di fronte alla terribile crisi della Cristianità che stava minando le radici e i presupposti dell'arte rinascimentale, analogamente a quanto si può leggere anche nelle Rime[13]. Nel gruppo di sinistra spicca san Pietro, con le due chiavi del Paradiso che vengono ripresentate al suo unico possessore (mentre nell'affresco del Perugino nella stessa cappella Sistina Cristo le aveva consegnate all'apostolo) perché non serviranno più ad aprire e chiudere le porte dei cieli. Di queste opere restano fonti iconografiche solo per le lunette e la pala centrale dell'Assunta sopra l'altare[6][7]. Tra le migliori figure, quelle di donne nude al centro, tra cui una rivolta indietro a conversare, e quella della vecchia, in alto a sinistra, che si copre il capo con un velo che lascia invece scoperti i seni avvizziti e cadenti. Entrambi cit. Accanto a Cristo c'è la Vergine, che volge il capo in un gesto di rassegnazione: ella infatti non può più intervenire nella decisione, ma solo attendere l'esito del Giudizio.